Quando pensiamo a cosa voglia dire essere uomini soli o alla solitudine in generale, nella nostra mente si fanno largo le sensazioni connesse al sentirsi soli.
Tuttavia, pur conoscendo quella sensazione, quando proviamo a spiegare cosa effettivamente sia la solitudine diventa difficile. Quindi come possiamo definire la solitudine? Perché ci sono sempre più uomini soli?
Cosa significa essere soli?
La solitudine è una condizione della nostra esistenza che deriva principalmente da uno stato di isolamento dell’individuo. In sostanza, la solitudine, l’essere soli, si verifica quando non riusciamo a fare andare d’accordo il nostro mondo interiore con quella che è la realtà esterna.
Essere uomini soli è positivo o negativo?
Spesso ci capita di ascoltare o di leggere di come molte persone abbiano beneficiato dello stare da soli. Tuttavia spesso il concetto di solitudine è strettamente collegato con quello della tristezza.
Proviamo quindi a dare una piccola spiegazione. Alcune volte la solitudine è necessaria. Avere dei momenti propri, momenti di solitudine in cui ricaricarsi, rielaborare pensieri, concentrarsi su se stessi, ecco questa è una solitudine positiva.
Quando però questa condizione inizia a diventare cronica, ecco che l’essere soli si trasforma in qualcosa di negativo. Quando lo stare soli non dipende più da una nostra scelta, ma da fattori esterni allora questa solitudine può diventare pericoloso.
L’essere soggetti ad una sorta di costrizione che si trasforma in isolamento voluto e dovuto alla paura del confronto può portare gli uomini soli a fare e farsi del male.
Alienazione e competizione sociale
Ma perché la solitudine colpisce in maniera maggiore gli uomini? Perché ci sono cosi tanti uomini soli? I motivi sono differenti.
Il primo di questi potrebbe riguardare le aspettative e le pressioni sociali a cui gli uomini sono sottoposti. Molti uomini infatti vengono quasi schiacciati da una società ultra competitiva e di conseguenza creano una sorta di bolla protettiva in cui rifugiarsi.
Basti pensare al fenomeno sociale che ha preso piede in Giappone, ossia quello degli Hikikomori. Per chi non lo sapesse questo fenomeno riguarda ragazzi, di cui il 90% è di sesso maschile, che scelgono volontariamente di rinchiudersi in casa senza avere contatti con il mondo esterno.
L’emotività degli uomini soli
Parte della solitudine che colpisce gli uomini è da attribuire al fatto che il maschio ha maggiori difficoltà ad esprimere le proprie emozioni e a rendere partecipi gli altri riguardo ciò che prova. Questo vale anche al contrario, sono pochi quelli che si interessano davvero a ciò che prova un uomo.
In generale gli uomini tendono a reprimere di più delle donne i propri stati d’animo associati alla vulnerabilità. Questo perché non vogliono apparire come “deboli” di fronte ad una donna. Ma anche perché hanno timore di non guadagnare reputazione e stima da parte degli altri uomini.
Questa è una situazione radicata nel tessuto sociale da sempre.
Una vita priva di significato rende gli uomini soli
Un altro dei motivi per cui gli uomini tendono ad essere più soli rispetto alle donne, riguarda il senso della vita. La mancanza di risposte alle classiche domande esistenziali, il non sapere chi sei, cosa stai facendo o il perché, fan si che gli uomini finiscano in una sorta di tunnel senza risposte che talvolta può sfociare nella depressione.
L’uomo finisce in una routine senza fine fatta di lavoro, tasse, relazioni passeggere e vizi. Questa condizione porta l’uomo a sopprimere una parte di sé che non può soddisfare e vive una vita che lo priva di un significato portante.
Società e potenziale
Un altro tassello riguardante la solitudine maschile è l’emarginazione. Sia quella legata alle proprie capacità e al proprio potenziale, quindi il vedere altri, meno capaci, ottenere successo in maniera immeritata porta l’uomo a distaccarsi dal mondo reale. Poi c’è l’emarginazione legata alla società. In una società individualista come la nostra il concetto di alleanza quasi non esiste e ognuno lavora per sé.
L’obiettivo è quello di raggiungere i vertici sociali non importa in che modo o sacrificando chi. Di conseguenza i rapporti umani sono utili soltanto a raggiungere lo scopo principale e non finalizzati al benessere collettivo. L’uomo non sempre riesce a dar prova del proprio valore e questo lo fa sentire come se non potesse fare la differenza.
Le amicizie opportunistiche
Collegandoci a quanto scritto sopra, le amicizie finte o opportunistiche giocano un ruolo fondamentale in questa situazione. Molto spesso ci ritroviamo circondati da amici che in realtà non sono altro che opportunisti. Spieghiamoci meglio, questo tipo di amici non vuole che raggiungiamo il successo o comunque che la nostra vita sia migliore della loro. Si accontentano di farci stare in una situazione di normalità. Questo perché un nostro successo li farebbe sentire a disagio.
Allo stesso tempo però quando questo successo arriva, queste persone diventano opportuniste. Ovvero quegli stessi amici che in un primo momento ci hanno boicottato , ora vogliono di nuovo far parte della nostra vita per trarne un eventuale beneficio. Questa continua ipocrisia provoca una mancanza di fiducia verso gli altri che porta gli uomini a limitare sempre più il contatto con le altre persone e di conseguenza a diventare uomini soli.
È possibile uscire dalla solitudine?
Ora la domanda finale non può che essere questa. È possibile uscire dalla solitudine? È possibile avere meno uomini soli? Diciamo che la cosa è piuttosto soggettiva, nel senso che per i motivi elencati diventa una situazione molto complessa.
Tuttavia nel caso in cui si riesca a vedere, immaginare la solitudine come una grande prova. Una prova che non sempre si può superare ma per la quale vale la pena fare uno importante sforzo allora la risposta è si. Sarà però necessario riuscire a dare fondo a tutte le proprie forze e convertire la solitudine in tempo per se stessi.
Utilizzarlo per costruire mattone dopo mattone la propria individualità. Nel caso in cui non si riesca a superare questo scoglio non bisogna sentirsi in errore, anzi. È però consigliabile rivolgersi a dei professionisti, ammettendo, senza paura, quelle che sono le proprie debolezze umane.