Tratta come ti trattano: una filosofia giusta o no?

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Tratta come ti trattano che non è mai sbagliato, diceva sempre il grande Totò, ma è davvero un pensiero giusto?

Ragioniamo insieme sulla questione, dividendo le possibilità in due scenari:

  • Gentilezza

Una persona ci tratta in maniera corretta e gentile, allora è abbastanza ovvio che dovremmo trattarla con altrettanto rispetto. Anzi, potrebbe essere un’occasione di crescita personale;

  • Maleducazione

Una persona ci tratta male, non ci porta rispetto. Dovremmo essere altrettanto scortesi, magari accantonare i nostri valori, pur di ripagarli con la stessa moneta?

 

È in questo secondo caso che dobbiamo fermarci a pensare se ne vale davvero la pena. Immaginiamo di essere su due livelli completamente differenti e chi ci sta maltrattando si trovi nettamente al di sotto di noi. Siamo sicuri di voler essere trascinati al loro pari?

 

Certo, quando veniamo manipolati, aggrediti e mancati di rispetto, ci sentiamo frustrati, umiliati, delusi e, a volte, il senso di vendetta ci porta ad agire esattamente come l’altro. Tuttavia, in questo modo si genera un circolo vizioso di odio e rancore dal quale sarà difficile uscire.

 

È corretto esprimere le proprie emozioni, anzi è d’obbligo per il nostro benessere, ma questo non vuol dire reagire d’impulso e perdere il controllo.

 

Attenzione, non stiamo neanche dicendo che sia giusto accettare di essere trattati male e “porgere l’altra guancia”. Si tratta piuttosto di trovare il giusto compromesso per mantenere saldi i propri valori e riuscire a farci rispettare in quanto persone. Il tutto senza cadere a nostra volta nella manipolazione e nella maleducazione.

 

D’accordo, alcune volte le persone non si accorgono davvero di come si stanno comportando e reagire allo stesso modo potrebbe fargli aprire gli occhi. Però diciamoci la verità: si tratta di casi molto rari. Di solito, come già detto, rancore genera rancore, in una spirale senza fine che ci trascina sempre più giù.

 

Inoltre, ci sono alcuni che sanno esattamente cosa stanno facendo e non gli importa di mancare di rispetto. Nulla potrà fargli cambiare idea. Allora dobbiamo dare retta a chi ci consiglia “tratta come ti trattano”? No, vediamo piuttosto come è meglio affrontare la situazione.

 

Come rispondere a chi ci tratta male?

 

contiamo fino a dieci

contiamo fino a dieci

Vi hanno mancato di rispetto o trattato con ipocrisia e tutto quello che vorreste fare in un primo momento è rispondere con un assaggio della loro stessa medicina. Fermi un attimo, ecco come sarebbe meglio comportarsi.

 

  • Contiamo fino a dieci. Per non scendere al livello dell’altro dobbiamo prenderci un momento ed evitare di reagire d’impulso. Basta qualche secondo per razionalizzare la nostra risposta e mantenere il controllo della situazione.

 

  • Pensiamo a difenderci, non ad attaccare. Il nostro obiettivo non è sconfiggere l’altro, ma dedicare le nostre energie a noi stessi e alla nostra protezione.

 

  • Analizziamo l’accaduto. A volte la nostra percezione gioca brutti scherzi ed ingigantisce l’affronto che abbiamo ricevuto. Ragioniamoci a mente fredda per rendere tutto più oggettivo e magari prendere consapevolezza delle circostanze in cui è avvenuto il fatto. Non che queste giustifichino una mancanza di rispetto, ma possono aiutarci ad empatizzare.

 

  • Cerchiamo di vedere i lati positivi. Analizzando l’accaduto potremmo accorgerci che siamo stati toccati particolarmente su una nostra debolezza o un nostro difetto. Ancora, non vogliamo giustificare i modi, ma potremmo cogliere uno spunto per migliorare noi stessi.

 

  • Teniamoci stretti i nostri valori. Non abbandoniamo la nostra etica per il puro gusto della vendetta o per lasciare spazio al rancore. I nostri principi sono ciò che ci rende chi siamo e non possiamo stravolgere la nostra natura per assecondare un istinto distruttivo.

 

  • Definiamo i nostri limiti. Evitiamo lo scontro, ma non il confronto ed esprimiamo i nostri sentimenti all’altra persona. In questo modo possiamo stabilire e comunicare i confini che non vogliamo permettere all’altro di superare.

 

  • Andiamo avanti. Ciò che è successo appartiene al passato e non dobbiamo lasciarci ossessionare da questo, continuando a ripensarci. Evitiamo che un momento spiacevole influenzi il nostro modo di interagire con gli altri.

 

Diamo alle persone la stessa importanza che danno a noi

 

diamo la stessa importanza

diamo la stessa importanza

Ci sono situazioni in cui non possiamo scegliere con chi condividere il nostro tempo. Purtroppo ci sono persone che non possiamo allontanare da noi, né possiamo definire certi limiti entro i quali non possono entrare. La filosofia del “tratta come ti trattano” è ancora più inutile con queste persone.

 

Pensiamo alla famiglia o gli ambienti di lavoro. Non abbiamo la possibilità scegliere i nostri colleghi, né allontanare qualche parente che ci arreca particolari fastidi. In questo caso l’unico modo in cui possiamo agire è cercare di dare loro la stessa considerazione che danno a noi.

 

In un certo senso si tratta di riflettere in parte ciò che ci dimostrano. Non nel comportamento (dobbiamo sempre tenere fede ai nostri principi e mettere al primo posto il rispetto), piuttosto nell’importanza che hanno nella nostra vita.

 

Se per qualcuno siamo importanti, verremo trattati con rispetto ed affetto. Al contrario, se siamo solo obbligati a condividere alcuni momenti della nostra quotidianità (per lavoro o convenzioni sociali), cerchiamo di non dare rilevanza al loro comportamento.

 

Se chi ci tratta male non è importante per noi, non diamo importanza neanche al loro comportamento. Non ci influenzerà in quelli che sono gli aspetti fondamentali della nostra vita. Sono semplicemente superflui.

Usa la filosofia del “tratta come ti trattano”

 

rispetto e gentilezza

rispetto e gentilezza

Dicevamo che se applicassimo il “tratta come ti trattano”, scenderemmo allo stesso livello di chi si comporta male con noi.

 

Ecco, dobbiamo ambire all’esatto contrario: elevare gli altri a un livello di rispetto reciproco. Come? Trattandoli come vorremmo essere trattati.

 

Il principio alla base è proprio la reciprocità, che è essenziale nelle relazioni sociali. Non nel senso di tenere il conto esatto dei favori fatti o da rendere, ma nel cercare di creare un flusso continuo di rispetto e gentilezza.

 

Portando empatia ed equità nelle relazioni si potrà creare un circolo positivo, che rinforza i legami e aiuta a gestire i conflitti.

 

In questo modo vivremo un ambiente più sereno, rivolto a prendersi cura del benessere altrui e soprattutto del nostro. Perché una cosa che non dobbiamo mai dimenticare è che la prima persona cui dobbiamo portare rispetto siamo noi stessi.

 

Sei d’accordo con il nostro punto di vista?
Dicci nei commenti se ritieni giusta o sbagliata la filosofia del “tratta come ti trattano”.

Articolo di Giada Clò

 

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