Emozione: cos’è?
Si parla spesso di emozione ma pochi sanno spiegare cosa sia esattamente. Nella tua vita sicuramente avrai vissuto delle situazioni dall’alta carica emotiva: un esame superato, un innamoramento oppure un lutto. Anche se provi qualcosa ogni giorno, saperlo definire non è così facile. La psicologia chiama questo fenomeno “processo multicomponenziale” perché è molto complesso e racchiude al suo interno svariati aspetti legati alla mente, al corpo e ai comportamenti. Un’emozione può essere positiva o negativa e viene solitamente scatenata da un evento. Quest’ultimo può presentarsi all’esterno, causato da persone, dall’ambiente e da particolari episodi, oppure all’interno, dovuto ad un pensiero o ad una sensazione. Non sempre si riesce a controllare lo stato emotivo; quando questo è troppo forte rischia di travolgerti. In tal caso, quando accade spesso, è utile chiedere il parere di un professionista.
Emozione: a cosa serve?
Se la persona che ti piace ti viene a dire che vorrebbe frequentarti, è certo che proverai un’emozione di gioia e sorpresa. Magari sorriderai e le tue guance si arrosseranno e chi ti sta davanti capirà che hai gradito la sua confessione. Ecco, lo stato emotivo è una reazione a qualcosa, quindi una forma di comunicazione. Negli ultimi anni la psicologia ha approfondito lo studio dell’emozione e il ricercatore Johnmarshall Reeve ha definito che essa ha tre funzioni principali:
1) Funzione adattiva
Se provi un’emozione, che sia gioia o tristezza, sarà più facile per il tuo corpo reagire ad una determinata situazione. Già Charles Darwin affermava l’importanza dello stato emotivo, capace di aiutare le persone a mettere in atto un comportamento adeguato, di farle adattare. Ad esempio, se vedi tuo figlio cadere dal triciclo, istintivamente ti avvicini a lui per aiutarlo; è l’emozione della paura che ti spinge ad andare da lui. Esistono sei emozioni primarie e per ognuna di esse c’è una funzione adattiva. Prendendo l’esempio sopracitato, all’emozione della paura si associa il meccanismo adattivo della protezione.
2) Funzione motivazionale
La funzione sociale dell’emozione sta nella sua capacità di lanciare messaggi silenziosi con il corpo e le espressioni, che permettono a chi ti sta intorno di comprendere o intuire quello che provi e la tua risposta ad una particolare situazione. L’emozione regola l’interazione con le altre persone e influenza in maniera importante i legami e gli incontri. Se provi fastidio o rabbia quando parli con un conoscente che magari in passato ti ha fatto un torto, ti risulterà pesante uscirci insieme e farai di tutto per evitarlo. Se invece ti senti gioioso insieme alla persona che t’interessa, proverai qualsiasi metodo per continuare a incontrarla e magari iniziare una relazione.
3) Funzione sociale
L’emozione ti influenza nelle relazioni sociali e permette agli altri di intuire il tuo comportamento, ma anche il contrario: ti permette di capire come reagirà la persona con cui hai a che fare a particolari situazioni. Ma la funzione sociale del processo emotivo si riferisce anche all’occultamento del proprio stato d’animo per mantenere una particolare relazione. Ad esempio, potresti aver vissuto un momento di fastidio o sconforto nel luogo di lavoro, magari con il tuo capo. In questo caso celare le emozioni è una forma di protezione per non disturbare l’intesa creatasi con i colleghi o, addirittura, non essere licenziato.
In breve, l’emozione non è una debolezza, perché fa parte di ognuno e non può essere sradicata. Inoltre aiuta a relazionarsi con l’ambiente e con gli altri. Provare emozioni forti non è un male ma bisogna stare attenti a non farsi travolgere e comandare da esse. Aiutano a vivere con intensità la vita, che altrimenti parrebbe grigia. Non bisogna sopprimerle ma abbracciarle e convivere serenamente con esse.
E tu consideri l’emozione una forza o una debolezza?