Affidamento esclusivo: cosa significa affidare un figlio

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Al termine di un matrimonio, se sono presenti dei figli, è possibile che uno dei due genitori ottenga l’affidamento esclusivo.

 

Prima di tutto, cosa si intende per affidamento? Il termine ha valenza giuridica e assume significati diversi in base al settore di applicazione. Per quello che riguarda l’ambito del diritto di famiglia, rappresenta un provvedimento che regola l’esercizio della responsabilità genitoriale.

 

Di solito, dopo una separazione o un divorzio, il giudice predispone l’affidamento condiviso tra i genitori. Questo consente ad entrambi di mantenere un rapporto con i figli e di esercitare la potestà genitoriale per tutte le decisioni che riguardano cura, educazione ed istruzione.

 

La scelta è dettata dal fatto che l’obiettivo principale resta sempre quello di salvaguardare il benessere dei minori e cercare di rispettare il principio di bigenitorialità. Purtroppo esistono situazioni in cui questo non è possibile.

I presupposti per richiederlo e cosa comporta

 

domanda al giudice civile

domanda al giudice civile

Un genitore può fare richiesta a un giudice civile per ottenere l’affidamento esclusivo. Bisogna presentare un’apposita domanda, che viene accettata quando si verificano alcune condizioni, tra cui:

 

  • Il genitore è assente, disinteressato o oggettivamente incapace di dedicarsi alle cure e all’educazione del figlio;

 

  • Mancato mantenimento economico;

 

  • Dipendenza da sostanze (alcol o stupefacenti) o dal gioco (nel caso in cui il genitore avesse contratto un grosso debito per questo);

 

  • Violenza domestica, nei confronti del coniuge e/o del minore stesso;

 

  • Condanne per reati gravi;

 

  • Strumentalizzazione del minore per metterlo contro l’altro genitore.

 

Esistono poi delle condizioni per cui non è previsto che il giudice accetti la richiesta, ad esempio:

 

  • Se c’è una grande distanza tra le residenze dei genitori;

 

  • Nel caso uno dei due abbia intrapreso una relazione omosessuale;

 

  • Se un genitore affida per molto tempo i minori ai nonni (ad esempio a causa del lavoro);

 

  • Per la scelta di professare una religione diversa;

 

  • Se uno dei genitori è accusato di un reato, ma non è ancora emessa la sentenza di condanna.

 

Infine, se si presenta una richiesta come atto di ricatto e vendetta personale, il giudice può decidere di togliere l’affidamento al genitore che ha fatto richiesta e condannarlo a un risarcimento del danno per aver agito in malafede o con colpa grave.

 

La richiesta può essere presentata anche in assenza di un matrimonio preesistente, a patto che sia già stato deciso l’affidamento condiviso e si verifichi una delle situazioni appena descritte.

Differenze tra genitore affidatario e non affidatario

 

diritto al contatto

diritto al contatto

Nel caso in cui il giudice, come previsto dall’articolo 337 del codice civile, riconosca la legittimità della richiesta, l’affidamento del figlio o dei figli viene dato ad un solo genitore, ma l’altro mantiene il diritto ad essere consultato e informato per tutte le decisioni che riguardano la salute e l’istruzione del minore.

 

Inoltre, sempre per salvaguardare il benessere dei figli, è vietato negare il contatto al genitore non affidatario. Anzi, questo (la maggior parte delle volte si tratta del padre) ha il diritto di vederli nei termini decisi dal giudice, cioè nei giorni e per il tempo decretato dalla sentenza.

 

E se uno dei due dovesse non rispettare gli accordi di separazione o di divorzio, l’altra parte può rivolgersi al tribunale per farli applicare. Se giudicato colpevole, il genitore inadempiente può subire delle sanzioni legali.

 

Per esempio, quando non viene rispettato l’obbligo di mantenimento economico, la sanzione si traduce in una trattenuta direttamente dallo stipendio del genitore creditore. Se invece la violazione riguarda gli accordi di custodia e visita dei figli, questi potrebbero essere rivisti.

Differenze tra affidamento esclusivo e affidamento super esclusivo

Se è vero che al genitore non affidatario resta il diritto di far parte della vita del figlio e continua a manifestare la sua responsabilità genitoriale, ci sono delle situazioni in cui questo diritto viene meno: si tratta dell’affidamento super esclusivo.

 

Viene riconosciuto quando uno dei due genitori è totalmente inadeguato ad occuparsi del figlio (per esempio se è riconosciuto come molto violento) e questo comporta la perdita della possibilità di essere coinvolto nelle decisioni che riguardano cura, educazione ed istruzione del figlio. Rimane invece l’obbligo di mantenimento economico.

 

Ovviamente, si tratta di uno strumento che si applica solo in casi di estrema gravità, quando l’affidamento condiviso ed l’affidamento esclusivo semplice non sono sufficienti. Il tutto sempre con l’obiettivo principale di salvaguardare il benessere psico-fisico ed emotivo dei minori.

 

A quale età i figli decidono con chi stare?

 

benessere dei figli

benessere dei figli

Questo tema risulta particolarmente controverso, perché per legge il giudice ha l’obbligo di ascoltare le preferenze e le scelte dei minori che hanno almeno 12 anni, ma deve sempre tenere conto della loro maturità, consapevolezza e capacità di discernimento.

 

È anche vero che la legge permette di ascoltare le motivazioni dei bambini più piccoli, ma si tende a tenere più in considerazione quelle dei ragazzi in età adolescenziale (15-17 anni), poiché la loro consapevolezza e maturità è considerata maggiore.

 

Quindi, non è detto che la preferenza dei figli influenzi la decisione del giudice.  Quest’ultimo può avvalersi di consulenze psicologiche o dei servizi sociali per ottenere informazioni più accurate sul caso.

 

Il compimento della maggiore età dei figli comporta il termine dell’affidamento, che può anche essere risolto in anticipo qualora la situazione dei genitori cambi in maniera sostanziale.

 

In conclusione, qualsiasi sia la condizione in cui ci si trova durante una separazione o un divorzio (ricordiamo, anche senza un matrimonio preesistente), il pensiero principale deve andare al rispetto del benessere dei figli.

 

A loro deve essere garantita la possibilità di crescere nel migliore ambiente, che possa garantire la giusta stabilità psico-fisica ed emotiva, e mantenendo il più possibile il contatto con entrambi i genitori.

 

Quindi, non è compito solo del giudice, ma anche dei genitori stessi agire nel modo migliore per rispettare il diritto del minore a vivere la separazione nella maniera più serena possibile.

 

Ti sei mai trovato ad avere a che fare con una situazione di affidamento esclusivo? Raccontaci la tua esperienza nei commenti.

Articolo di Giada Clò

 

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