Sguardi: cosa rivela il linguaggio nascosto degli occhi

Sguardi fra Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca Articoli  Blog  love coach

Gli sguardi sono più di semplici incontri visivi: sono un linguaggio universale capace di creare una narrativa senza parole trasmettendo emozioni, intenzioni e mistero.

 

In questo articolo, esploreremo cosa possono celare i nostri occhi, tutte le loro sfumature e quello che forse non sai su uno degli strumenti più potenti della comunicazione umana.

 

Che cos’è uno sguardo?

Sguardo

Sguardo

Per definizione è “l’espressione dell’atto visivo” e rappresenta l’atto di dirigere gli occhi verso qualcosa o qualcuno. Esso però non è solo un movimento fisico ma un’azione carica di significato emotivo, psicologico e sociale: è un atto consapevole, carico di trasporto.

 

Gli occhi rappresentano una comunicazione visiva che trascende le parole, capace di evocare emozioni profonde o rivelare i pensieri più intimi. Il loro significato può cambiare in base al contesto e alla relazione tra le persone coinvolte.

 

In molte culture, le espressioni degli occhi sono fondamentali nelle interazioni sociali: possono essere simboli di potere, rispetto, interesse o disinteresse.

 

Che tipo di sguardi esistono?

Sguardo penetrante

Sguardo penetrante

Gli sguardi sono straordinariamente vari e complessi e ogni tipo porta con sé un messaggio diverso.

 

Si possono classificare in diverse tipologie generali, ognuna con il proprio significato e funzione:

 

  • Diretto: comunica sicurezza, attenzione e sincerità. Invita al dialogo e costruisce fiducia.

 

  • Distolto: può segnalare disagio, imbarazzo o mancanza di interesse.

 

  • Penetrante: carico di intensità, è spesso associato allattrazione o alla passione.

 

  • Sfuggente: un chiaro segno di nervosismo o di timidezza; può nascondere paura o insicurezza.

 

  • Lungo e insistente: trasmette curiosità o fascino, ma a volte può risultare invadente.

 

  • Interrogativo: riflette perplessità, sorpresa o richiesta di chiarimenti.

 

  • Di sfida: diretto e deciso, spesso accompagnato da un’espressione ferma, segnala forza o rivalità.

 

  • Triste: gli occhi si abbassano leggermente, il contatto visivo si spezza facilmente; esprime malinconia o delusione.

 

  • Vuoto: privo di luce o emozione, è tipico di chi è perso nei propri pensieri o si sente disconnesso dalla realtà.

 

  • Cattivo: carico di ostilità, è solitamente accompagnato da sopracciglia corrugate o da una bocca serrata.

 

Questi rappresentano solo alcune delle infinite possibilità espressive degli occhi, e ognuno di essi racconta una storia unica.

 

Che significa gioco di sguardi?

 

Questo tipo di gioco rappresenta un affascinante scambio visivo che intreccia emozione, complicità e desiderio. È una sorta di danza silenziosa, in cui ogni occhiata lanciata e ricambiata crea una tensione emotiva palpabile.

Questo gioco rappresenta un dialogo muto in cui gli occhi diventano i protagonisti assoluti.

 

Immagina una stanza affollata: due persone si scambiano un’occhiata fugace, poi un’altra, più insistente. È un gioco di provocazioni sottili, fatto di interazioni oculari che parlano senza bisogno di parole.

 

È un linguaggio unico, capace di risvegliare sentimenti profondi e di creare legami invisibili tra due persone.

 

Cosa rivelano gli occhi?

 

Sguardi

Sguardi

Un’occhiata è una porta aperta sull’emotività e sulla psicologia di una persona. Spesso, senza rendercene conto, trasmettiamo attraverso i nostri occhi emozioni che cerchiamo di nascondere con le parole. 

 

Il movimento degli occhi è stato oggetto di numerosi studi psicologici e secondo la teoria della programmazione neurolinguistica, può rivelare piccoli segreti di una persona.

 

Ecco cosa potrebbero rivelare gli occhi in base a dove si guarda:

 

  • Guardare in alto a sinistra

significa che una persona sta richiamando alla mente immagini che ha già visto. Infatti è nell’emisfero sinistro che si trova la memoria. Può essere utilizzato per ricordare un luogo, una persona o un evento passato.

 

  • Guardare in alto a destra

segnala che una persona sta creando o immaginando qualcosa mai vista prima. Qui entra in gioco l’emisfero destro, associato alla creatività e all’immaginazione. Ad esempio, se qualcuno guarda in alto a destra rispondendo alla domanda “Dove eri ieri sera?”, potrebbe star inventando, il che suggerirebbe che sta mentendo.

 

  • Guardare al centro a sinistra

rappresenta il tentativo di ricordare un suono, come una melodia, una voce o un rumore già percepito. Questo avviene perché, in teoria, il movimento centrale degli occhi è associato all’elaborazione di dati sensoriali come i suoni.

 

  • Guardare al centro a destra

significa che una persona sta creando un nuovo suono, una melodia o una voce. Potrebbe essere un tentativo di comporre una nuova melodia.

 

  • Guardare in basso a sinistra

suggerisce introspezione e riflessione, come se la persona stesse avendo una conversazione con se stessa. Guardare in basso è spesso associato a una riduzione delle distrazioni visive, permettendo una maggiore concentrazione sui pensieri interni.

 

  • Guardare in basso a destra

è collegato alle emozioni o alle sensazioni fisiche. Questo movimento rifletterebbe l’attivazione delle aree cerebrali coinvolte nel percepire il corpo e le emozioni, come una sensazione di calore o tensione.

 

Gli sguardi nella cultura visiva: cinema, letteratura, fotografia e pittura

 

Ragazza afgana, Steve McCurry

Ragazza afgana, Steve McCurry

Ci sono glance che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura visiva e narrativa. Alcuni sono diventati iconici, entrando per sempre nella memoria collettiva:

 

Cinema: Il contatto visivo fra Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca esprime un amore irrealizzabile, carico di intesa. Al contrario, l’espressione degli occhi magnetici di Anthony Hopkins in Il silenzio degli innocenti trasmettono una tensione inquietante.

 

Letteratura: In Anna Karenina di Lev Tolstoj, le occhiate tra Anna e Vronskij rivelano un’attrazione che sfida ogni convenzione sociale, trasformandosi in passione distruttiva. Invece nel Piacere di D’Annunzio, la bellissima Elena Muti “aveva quello sguardo involontariamente amoroso e voluttuoso che turba tutti gli uomini e ne accende d’improvviso la brama”.

 

Fotografia: Gli occhi della ragazza afgana, immortalati da Steve McCurry per il National Geographic, raccontano un’intera vita di sofferenze e speranze, restando impressi nella memoria collettiva come un simbolo di resilienza.

 

Pittura: L’intensità degli occhi della Gioconda di Leonardo da Vinci continua a catturare l’attenzione di milioni di osservatori, creando un misterioso dialogo tra l’opera e lo spettatore.

 

E tu? Hai mai vissuto un momento speciale che è nato da uno scambio di sguardi? Raccontacelo nei commenti!

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Articolo di Giuditta Motturi

 

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