Esiste una famosa massima di Carl Gustav Jung che recita: “Il nostro ideale è l’amore perché siamo divisi”. Divisi interiormente, dunque alla costante ricerca dell’amore, di quel qualcuno che possa farci sentire finalmente completi. Si tratta senz’altro di un’esigenza più che naturale, che tutti abbiamo sperimentato e sognato; specialmente quando si è giovani poi, magari ispirati da storie d’amore vere o, più spesso, finzionali, ci si butta a capofitto nelle prime relazioni sospinti dal vento dell’ottimismo: l’amore esiste, è lì fuori, devo solo andarmelo a prendere!
Ma non di rado chi si affanna in questo tipo di ricerca si ritrova ben presto di fronte un vicolo cieco, in seguito a una o più delusioni cocenti dovute a rapporti falliti o neanche mai iniziati. A quel punto è facile farsi prendere dallo sconforto e vedere nella propria solitudine una condanna senza possibilità di appello. Ecco quindi che si arriva a dubitare dell’amore in sé per sé, se non proprio a gettare metaforicamente la spugna decretando che in realtà, l’amore non esista. Ma è davvero così? Forse è il caso di fare un passo indietro e rivalutare il concetto stesso di “amore”, che si tende a invocare anche quando invece la realtà è ben diversa.
L’amore esiste, ma non è tutto rose e fiori
Spesso si finisce disillusi dall’amore perché si commette un errore a monte, vale a dire quello di confondere un sentimento per un altro. La maggior parte delle relazioni sentimentali viene motivata, almeno ufficialmente, con la presenza dell’amore: questo perché siamo indotti a chiamare con questo termine qualsiasi emozione piacevole, intensa, travolgente da cui veniamo investiti quando ci relazioniamo con qualcuno che ci piace.
L’amore autentico senz’altro esiste, ma nella sua forma più pura esso implica l’accettazione dell’altro per com’è e ci spinge a desiderare una sola cosa: il suo benessere, anche e soprattutto quando noi stessi non ne traiamo alcun beneficio. Se amiamo solo nella speranza di essere ricambiati, nell’altra persona vediamo solo un mezzo in grado di soddisfare un nostro bisogno. Non è forse quando veniamo scelti per come siamo, non per quello che diamo, che ci sentiamo davvero amati nel profondo?
Ovviamente ciò non significa che, nel dedicare un sentimento così alto per l’altra persona, si debba passare sopra a qualsiasi cosa e sfociare nell’autolesionismo: pur amando qualcuno, l’equilibrio sta sempre nel mezzo. È nella nostra natura avere dei bisogni. Quando si ama in maniera equilibrata, alcune volte si metterà al primo posto il bene dell’altro e quando necessario il proprio.
L’amore esiste e va costruito
La ricetta per un amore con la A maiuscola si basa quindi su un delicato equilibrio fondato, in primo luogo, sull’altruismo. Per amare nel vero senso della parola è necessario impegnare le nostre emozioni e la nostra vita nella costruzione del rapporto. Passo dopo passo, con l’aiuto della nostra “metà”. L’attrazione e il trasporto reciproci fanno parte della fase dell’innamoramento, che tuttavia non è destinata a durare in eterno: il vero amore esiste, ma va coltivato mediante il compromesso, il sacrificio e una continua evoluzione.
Nulla nel tempo rimane uguale a se stesso: ciò è particolarmente vero nel caso dell’amore. Esso cambia di pari passo con noi e, alle volte, questo mutamento può portare a un disgregamento della relazione. Indubbiamente in questi casi la delusione è tanta. Però solo perché non è andata bene con una data persona, ciò non significa che sarà sempre così con chiunque, né tantomeno che l’amore non esista. Una volta compresa la vera natura di questo sentimento, il suo non essere ideale e perfetto come lo avevamo sempre erroneamente immaginato, bensì molto “umano” proprio come noi, allora forse ci troveremo sulla buona strada per vivere le relazioni in modo più sano e avere ben chiaro cosa e chi cercare per poter finalmente concludere che sì, questo benedetto amore esiste perché siamo noi a porlo in essere.