Da sempre il sentimento dell’invidia ci viene presentato con accezione negativa: chi la prova è generalmente una persona frustrata e infelice.
Spesso si dice che “faccia ad altri la fossa e poi vi cade dentro lei stessa” proprio a sottolineare quanto sia un’emozione negativa e maligna verso le persone alla quale è indirizzata ma soprattutto distruttiva per chi ne viene sopraffatto.
Che cos’è e da dove nasce?
Il termine deriva dal latino in – avversativo – e videre, ovvero guardare contro in modo ostile e a livello più generale guardare male.
Si tratta di un sentimento che si prova in relazione a un bene o a una qualità posseduta da un’altra persona, nei confronti della quale si prova dispiacere e astio perché ha qualcosa che noi non abbiamo, sino a portare talvolta a desiderare il male del legittimo proprietario.
Non riguarda soltanto beni materiali, si può essere invidiosi di sentimenti e di intere situazioni, il che se non viene tenuto sotto controllo può avere pessime ripercussioni anche a livello psicologico.
Talvolta la si confonde con la gelosia, ma sono in realtà emozioni diverse perché la gelosia riguarda quasi esclusivamente l’ambito affettivo e sentimentale.
In generale è un’emozione che nasce sia perché si hanno delle frustrazioni personali e una bassa autostima, sia per l’incapacità di raggiungere gli obiettivi prefissati nella vita. Tra l’altro è più diffusa (e mal interpretata) di quanto non si creda! Vediamo insieme quanto:
Nelle favole
Difficile non pensare all’immagine della matrigna di Biancaneve, ossessionata dalla propria immagine a tal punto, che quando lo specchio le rivela l’esistenza di qualcuna più giovane e più bella di lei, viene divorata proprio dall’invidia.
Ma non è certo la sola! A farle buona compagnia ci sono anche la Malefica della Bella Addormentata, la strega del mare della Sirenetta nonché la matrigna e le sorellastre di Cenerentola! Per non parlare della restante ampia genia dei “cattivi” delle favole: dal Gran visir del cartoon Disney di Aladino sino al Gaston della Bella e la Bestia, molto spesso mossi dal medesimo sentimento.
Nella religione cattolica
Intesa come sentimento doloroso e inconfessabile è inserita dalla religione cattolica nei sette vizi capitali. A differenza degli altri sei questa produce solo sofferenza e mai soddisfazione o piacere, inducendo in chi la prova comportamenti meschini e subdoli tali da rovinare le relazioni umane. Decisamente uno dei peggiori peccati anche in termini di sofferenza autoinflitta!
Nei sogni e nella smorfia napoletana
L’invidia nasce proprio nel momento in cui, avendo scarsa fiducia e stima nei confronti di noi stessi, decidiamo di “distruggere” gli altri per compensare questa mancanza.
Nella nostra società così competitiva, in cui il successo e l’ambizione comandano sulle nostre vite, l’invidia si annida nella maggior parte delle persone che non sanno apprezzare ciò che hanno e ciò che sono.
Spesso questa emozione sgradevole viene repressa al punto che finisce per ripresentarsi prepotentemente nei sogni. Nella vita l’invidia ha connotazione quasi del tutto negativa mentre nei sogni può portare anche dei segnali positivi.
Quale è il significato che ha nei sogni? Ecco qui di seguito alcune delle interpretazioni e dei numeri della cabala napoletana. Tra gli esempi i più diffusi:
- Sognare di essere invidiati: Stai attento a possibili nemici o rivali sia sul lavoro che in amore. Da non sottovalutare alcune incomprensioni con gli amici.
- Sognare di essere invidiosi: Se sarai gentile e disponibile nei confronti degli amici potrai ottenere vittorie e gratificazioni nella vita e guadagnare il rispetto degli altri.
- Sognare di essere invidiosi di qualcosa: attenzione potrebbero arrivare momenti spiacevoli.
- Sognare qualcuno che è invidioso della vostra bellezza: è arrivato il momento di risolvere una situazione che hai rimandato per troppo tempo.
- Sognare di accorgersi di una invidia altrui: probabilmente ti trovi di fronte a fastidi, seccature o piccole noie impreviste.
- Sognare di sentire o fare chiacchere invidiose: hai a che fare con la mediocrità di pensiero e di azione.
Nei numeri
E i numeri? Se sei un patito del gioco e credi che la dea della fortuna possa venire a farti visita, ti conviene appuntare le seguenti informazioni:
- Invidia (generico): 89
- Essere invidiati dagli altri: 90
- Accorgersi che qualcuno prova invidia nei nostri confronti: 19
- L’invidia fra le donne: 33
- L’invidia fra gli uomini: 23
- Essere invidiati dagli altri per la bellezza: 7
- Provare invidia per soldi e successo: 85
- Provare invidia in generale: 88
Può essere sana?
Sappiamo che se viene intesa come senso di frustrazione nei confronti di sé stessi, ma può anche essere un senso di mancanza rispetto a ciò che hanno gli altri. In quest’ultimo caso, se non saremo in grado di tenerla sotto controllo, potrebbe sfociare addirittura nella depressione.
Eppure può anche capitare di sentirne parlare come di un sentimento sano, magari quando ammiriamo qualcuno a tal punto da sognare di metterci nei suoi panni e avere quello che lui o lei ha, certo senza arrivare sperare che lo colpisca un cataclisma.
Difficile da dire se davvero esista un aspetto positivo dell’essere invidiosi o se semplicemente quella che noi definiamo “sana” invidia non sia in realtà altro che una profonda ammirazione per qualcuno. Sentimento questo sì autenticamente sano, che poco o nulla ha a che vedere con la voglia di vederlo fallire per poter prendere il suo posto.
Da un sentimento negativo come quello dell’essere invidiosi possiamo anche trarre la forza di migliorarci e di realizzarci, convertendola in una sana ambizione e spinta a fare di meglio.
Combattere l’invidia
In conclusione questa è un’emozione senz’altro negativa e provarla porta soltanto sofferenza. L’erba del vicino è davvero sempre più verde o magari esistono tante sfumature di quel colore?
Dobbiamo impegnarci e accettare di essere tutti quanti diversi, essere grati ogni giorno di tutte le cose e le persone che abbiamo nelle nostre vite. Avere rispetto di noi stessi e degli altri, ampliare le nostre prospettive senza covare sentimenti negativi, magari con l’aiuto di un pizzico di empatia.